Halloween è alle porte: libri e qualche confidenza
Halloween per me è uno stile di vita, non una festa di fine ottobre. Da amante del mondo fantastico di Tim Burton, non potrebbe essere altrimenti. Certo, la mia vita ha moltissimi colori, ma le «tonalità» dark sono sempre state le miei predilette. Il mondo immaginario di Tim Burton mi ha sempre catapultata in uno scenario di imperfezione dove mi sentivo a mio agio.
Da qualche anno ormai, la festa di Halloween ha preso il pieno dominio anche in Italia. È diventata a tutti gli effetti un periodo ben preciso dell’anno. Inizia a esserci un’atmosfera burtoniana dalla fine dell’estate, all’istante prima di recuperare l’albero di Natale e il presepe dalla cantina. Un simpatico «riempitivo» per chi vive la ciclicità dell’anno a suon di eventi e impegni.
La lotta si accende ogni anno tra chi la ritiene «un’americanata» e chi cerca nella cultura locale, nei ricordi degli anziani. C’è anche, con ricorrenza, una presa di distanza da parte di alcuni parroci. Sta di fatto che Halloween è un buon marchio promozionale tra settembre e novembre. Non esiste newsletter che ho ricevuto negli ultimi quaranta giorni che non avesse una zucca, un fantasmino o un cappello da strega disegnato. Insomma, la festa dei morti vende!
Credenze e tradizioni
Halloween è certamente una festa importata, trasformata, che viene da culture che sentiamo lontane o vicine a seconda delle nostre sensibilità e gusti. Esistono, però, culture che si sposano con il periodo e trovano tra le loro pieghe una ragione d’essere legata, appunto, al periodo.
Essendo nata e cresciuta in Veneto, non posso non riportare storia dell’antichissimo rito delle lumere. Anche il presidente della regione ne aveva parlato sui social qualche anno fa. Nei secoli passati, le persone intagliavano le zucche per inserire delle candele all’interno.
Dopo aver realizzato queste «lanterne» di zucca e candele di cera, le esponevano sui davanzali delle case o lungo i fossi. Non le chiamavano lanterne, ma «lumere» o «suche baruche» e venivano realizzate per illuminare la strada alle anime dei defunti e per cercare di tenere lontani i morti con intenzioni poco nobili.
Pare, inoltre, che proprio con queste zucche intagliate e illuminate, i più giovani si divertissero a spaventare le persone che si trovavano nelle zone dei cimiteri. Un modo più retrò, senza sangue finto e costumi da strega per divertirsi, insomma. Anche se, ammettiamolo, un po’ macabro lo era.
Libri che consiglio nel periodo di Halloween
Come ogni lettore che si rispetti, anche io ho i miei libri del cuore a tema Halloween. Ogni anno incremento la mia personalissima biblioteca che, nei tanti traslochi che ho fatto nella vita, si è distrutta e ricomposta ogni volta. Il primo libro di un certo «spessore» che ho letto: «Dracula» di Bram Stoker. Ne ho diverse versioni a casa di mia madre, in casa ne ho una della Feltrinelli, edizione economica, che però posso portare in giro senza paura di rovinarla.
Tra gli immancabili della mia biblioteca ci sono: «Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde» di Robert Louis Stevenson; «Le notti di Salem» di Stephen King; «Il mastino dei Baskerville» di Arthur Conan Doyle e «Assassinio sull’Orient Esxpress» di Agatha Christie.
Mi sono recentemente regalata una nuova versione della raccolta «Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore» di Edgar Allan Poe. Le sue storie, quelle di Poe, mi hanno fatto compagnia fin dall’adolescenza. Poi, dopo essere stata in visita alla mostra dei Serial Killer allestita a Milano la scorsa primavera, ho acquistato il catalogo. Una carissima amica mi ha poi regalato il libro di una delle storie che più mi aveva colpita: Aileen Wuornos.
Per la nuova sezione della mia biblioteca privata, che sto curando con molto entusiasmo, c’è «L’ira del sangue» di Sonja G. Rosenkov» e, dopo questo Halloween, la rimpolperò. Questo perché proprio nelle ultime settimane, ho conosciuto tanti autori emergenti con i quali mi confronto e dai quali traggo insegnamenti preziosi, oltre che titoli da segnare.
Film e telefilm che guardo con piacere a ottobre (e non solo)
Questa è una sezione molto difficile da scrivere, proprio perché il clima di Halloween, che io preferisco chiamare «burtoniano» è abbastanza presente nelle mie scelte. Nell’approfondire la sezione film e telefilm, rischio di lasciare fuori grandi bellezze che meritano di essere viste. Però, certamente tutta la produzione di Tim Burton è da vedere almeno una volta nella vita, i miei preferiti sono: Nightmare before Christmas, La sposa cadavere, Beetlejuice, Il mistero di Sleepy Hollowe, Sweeney Todd, Miss Peregrine, Big Fish, Vincent.
Da quando Netflix è entrato nella mia vita facendomi scoprire la bellezza di stare seduti sul divano, ho scoperto molte chicche. Tra quelle che riguardo volentieri: tutta la serie di Sabrina, L’altra Grace, Dahamer, La caduta della casa degli Usher, Dietro ai suoi occhi. Ho apprezzato molto anche Mercoledì, attendo la seconda stagione per parlarne in maniera approfondita.
Un’altra serie televisiva che però trovate su Prime e che reputo stupenda, per chi ama il genere, è Penny Dreadful. Insomma, con gli strumenti dei quali disponiamo oggi giorno, non è difficile trovare titoli horror o dall’atmosfera cupa da poter vedere sul divano, sorseggiando un te.
Halloween come strategia di marketing
Se c’è un alimento che in casa mia non manca in autunno, è proprio la zucca. L’ho sempre amata, fin da quando ero piccola. Se torno indietro nel tempo, non ricordo una grande quantità di questo prodotto nei banchi ortofrutticoli dei supermercati. Oggi, invece, da quando le zucche sono mature, i bancali si riempiono. E spesso vengono proposte con loghi o immagini che ricordano appunto la ricorrenza.
Halloween entra a pieno diritto nella calendarizzazione e nella strategia di marketing delle aziende da diversi anni. Come dicevo prima, le mie caselle di posta sono piene di e-mail promozionali con rimandi alla ricorrenza. Da «La crema giusta per non sembrare uno zombie» a «Mostruosità profumate» fino alle vere e proprio «promo di Halloween».
Insomma, che lo si voglia o meno, locale o importata, la ricorrenza di Halloween ha portato risultati remunerativi in diversi settori. E quando c’è questo aspetto, vuol dire che il marchio vende e le zucche diventano un prodotto di punta, non solo nelle feste a tema.
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