La bambina che beveva la cioccolata
Una storia vera, dura e a tratti sconvolgente. Un pugno nello stomaco che ti obbliga a riflettere su un tema ancora oggi purtroppo presente: l’abuso
La bambina che beveva la cioccolata è un racconto molto forte e profondo di Laura Monticelli Conetta. È una storia vera, dura e a tratti sconvolgente. L’ho letta con il fiato sospeso, ma ho dovuto prendere qualche pausa per terminare questo libro. L’autrice ci racconta una storia tanto difficile da digerire, quanto vera e densa. Porta dentro una battaglia che Laura tutt’oggi combatte.
I fatti raccontati in questo libro, sono quelli di una bambina che, dopo la tragica perdita del padre, subisce abusi e violenze di diverso tipo. Il carnefice di una bimba di circa dieci anni è il suo tutore, un uomo di quarant’anni più vecchio.
Le riflessioni tormentate ne La bambina che beveva la cioccolata
Laura racconta con un’estrema lucidità e dovizia di particolari tutto ciò che accade in quei momenti torbidi della sua infanzia. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono sentita in quella stanza del terrore con lei, ma incapace di poterla aiutare. Ci sono stati dei momenti, durante la lettura, che ho provato rabbia, per tutto quello che ha vissuto.
Quelle sessantatré pagine sono un pugno nello stomaco. Ho provato una sensazione desolante nel comprendere che, purtroppo, storie terribili come quella de La bambina che beveva la cioccolata, accadono. E come l’autrice, la mia mente si è riempita di domande alle quali io non so rispondere. Perché è difficile spiegare a sé stessi le ingiustizie della vita.
Chi è Laura Monticelli Conetta
Laura Monticelli Conetta è una donna nata a Tione di Trento, nel 1973 e cresciuta a Lodrone, nel Comune di Storo, dove ha frequentato le scuole primarie. Oggi vive e lavora a Milano. La bambina che beveva la cioccolata è il suo primo libro.
Laura merita un ringraziamento per aver trovato il coraggio di raccontare. Dopo i terribili abusi, una vittima che riesce a denunciare, si ritrova a dover rivivere, seppure mentalmente e non fisicamente, quel dolore e quella violenza decine e decine di volte. La giustizia, poi, non può essere commisurata a ciò che è stato strappato. La spensieratezza non torna, si può solo imparare a convivere con il passato, rielaborare e amarsi.
Ho acquistato La bambina che beveva la cioccolata in una piccola libreria indipendente di Cles, in Trentino: Utopia. Vi consiglio di visitarla, se vi trovate in zona per qualsivoglia motivo. Questo libro è acquistabile dall’Associazione per la tutela degli abusati Meti: info@assometi.org