superbia e tuttologia

Superbia e tuttologia: genitori sfacciati di figli poco educati.

Ogni volta che un giovane commette un reato o non rispetta semplicemente i “protocolli”, la critica si accende contro le forze dell’ordine. Siamo sicuri di quello che stiamo facendo? Non è che col tempo ci ritroveremo senza più valori e rispetto per il prossimo? E se questo menefreghismo portasse a un punto di non ritorno? Se questo fosse l’inizio della nuova società della distruzione? Superbia e tuttologia: genitori sfacciati di figli poco educati. La nuova società che non migliora.

Superbia e tuttologia: genitori sfacciati di figli poco educati.

So’ ragazzi

Ennesimo caso di cronaca che riguarda l’alcol i giovani e diversi minori. Ancora una volta le forze dell’ordine si trovano davanti a ragazzini che non si preoccupano dei permessi, delle legittimità e delle possibilità sul territorio.

“Tanto mamma e papà hanno un buon avvocato e sicuramente saranno dalla mia parte”.

Non importa se questi abbiano violato le norme, non abbiano permessi e siano da ritenersi abusivi, “so’ ragazzi” e allora tutto è concesso. Ai limiti della decenza, però.

Siamo tutti stati giovanissimi e un po’ sfacciati, ma non così tanto. Capita che le forze dell’ordine vengano allertati circa la presenza di una “discoteca all’aperto abusiva”. Come da prassi procedono ai controlli e a tutte le loro pratiche. La notizia arriva ai giornali che pubblicano integralmente, o quasi, quanto comunicato dalle forze dell’ordine con tanto di dettagli sulle trasgressioni e sulle sanzioni. Da lì in poi: SI SALVI CHI PUÒ.

Non ricordo di aver detto da ragazzina che un adulto fosse esagerato nel raccontare un fatto di cronaca testimoniato anche da altri agenti, foto e testimonianze.

Il fatto

Una segnalazione come tutte ha portato la polizia locale di un piccolo paese a controllare un campo dove pareva essere stata improvvisata una discoteca estiva, con ingresso a pagamento, zona bar con tanto di listini esposti e un dj che intratteneva i giovani. C’era anche il parcheggio, anche questo chiaramente sprovvisto di permessi. La notizia viene divulgata, la fonte è autorevole, ma i commenti lo sono meno.

Tuttologia

I commenti seguono in qualche modo questa tendenza attuale a essere tutti opinionisti. Ognuno rivendica il diritto di dare la propria opinione nonostante non sia coinvolto, informato dei fatti o “del settore”. L’assurdità è che, a parte chi non commenta perché ha già capito che si evolverà nella classica faida 2.0, ci sono alcuni commenti di quelli che forse, un po’ di “ordine” e “senso civico” lo vorrebbero vedere. L’altra fetta della torta, invece, ferma il proprio lavoro, la propria quotidianità per imporre (avete letto bene) la propria verità. Quasi mai sono educatori, psicologi ed esperti in materia a parlare e neanche forze dell’ordine, avvocati e giudici. Sono semplicemente persone che puntualmente perdono l’occasione di stare in silenzio perché per loro quelli che sono identificati da un testo di legge come delinquenti o abusivi, sono “solo ragazzini”.

“Chiamate le cose con il loro nome”. Mi è sempre piaciuta questa frase, tratta dal film “Into the wild”, dove un giovane che parte all’avventura e che riesce a vivere in simbiosi con la natura, erroneamente applica un’etichetta con un nome a un sacchetto di erbe velenose. Mentre inizia ad avvertire i primi sintomi dell’avvelenamento, come la mosca che vola dentro alla ragnatela, capisce che quell’errore gli sarà fatale.

Siamo tutte persone e siamo anche le nostre azioni. Non esiste una fascia in cui i reati sono ancora bravate. Non rispettare le leggi è un reato. Non una bravata.

Uno degli uomini che stimo di più al mondo è all’interno delle forze dell’ordine. Pur non essendo il classico “sbirro”, quando parla con i genitori nelle scuole o nei “convegni” precisa sempre che, le “marachelle” non portano a conseguenze penali. Lo spaccio, il danneggiamento, l’abusivismo, la violenza, non sono “bravate”.

In mezzo a questo caos le forze dell’ordine sbagliano, i giudici non capiscono e i ragazzini non crescono.

Credo che tutto questo derivi da un’educazione distratta, fatta di “va bene fallo, purché non mi stressi”. Speriamo solo che questo non porti alla fine della civiltà.

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